Marsala – La condanna a sei anni e mezzo di carcere è stata invocata dal pubblico ministero Antonella Trainito per Michele Licata, 53 anni, principale imprenditore nel settore ristorazione-alberghiero, processato con rito abbreviato, davanti al Gup di Marsala Riccardo Alcamo, per evasione fiscale e truffa allo Stato. L’udienza è stata rinviata al prossimo 29 novembre.
L’evasione è stata stimata da Procura e Guardia di finanza in circa 6/7 milioni di euro (Iva e tasse non pagate tra il 2006 e il 2013), mentre i finanziamenti pubblici per la realizzazione di alberghi e ristoranti “indebitamente” percepiti ammonterebbero a circa quattro milioni di euro.
All’imprenditore sono già stati sequestrati beni, società e liquidità per circa 130 milioni di euro. In particolare, il ristorante “Delfino”, l’albergo “Delfino Beach”, l’agriturismo “La Volpara”, tutti a Marsala, e il mega-complesso ristorante-albergo “Baglio Basile”, quest’ultimo nel vicino Comune di Petrosino.
Ristoranti, alberghi e società, per i quali oggi il pm ha chiesto la confisca, proseguono regolarmente la loro attività sotto amministrazione giudiziaria. Quest’ultima ha già versato all’Agenzia delle Entrate circa cinque milioni di tasse evase (rimane da versare circa un milione e mezzo). Nell’indagine delle Fiamme Gialle sono rimaste coinvolte anche due figlie di Michele Licata, Clara Maria e Valentina, che hanno chiesto di patteggiare la pena.
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