Quando un cittadino siciliano deve confrontarsi con le società di gestione del Servizio Idrico Integrato (SII), molto spesso, non ha le stesse possibilità e gli stessi diritti di un cittadino del nord Italia. E’ quanto è emerso il 27 ottobre scorso dalla presentazione, a Roma della Prima Indagine Nazionale sullo stato e lo sviluppo della conciliazione extragiudiziale nel Servizio Idrico Integrato promossa dall’Associazione Nazionale Autorità e Enti d’Ambito (ANEA) in collaborazione con l’Istituto Studi sul Consumo (ISSCON) della Federconsumatori.
La raccolta dei dati è stata effettuata tramite un questionario inviato agli Enti di governo d’Ambito e ai Gestori del servizio idrico e, altresì, attraverso l’acquisizione di informazioni presso alcune Associazioni di Tutela dei Consumatori. In Italia la conciliazione extragiudiziale nel servizio idrico integrato ha visto negli ultimi anni un costante aumento, come si evidenzia nella seguente tabella.
La comparazione tra le diverse situazioni nelle tre macro-aree (Nord, Centro, Sud e Isole) evidenzia una forte diseguaglianza tra le procedure conciliative attivate nel Nord (46,5%) rispetto al Sud Italia (15,08%), ben tre volte in più.
Per quanto concerne le domande di conciliazione relative al 2015, poi, nel 2015 hanno trovato meno soluzioni positive rispetto al 2014: al nord le domande conciliate positivamente sono state l’86% nel 2015 e il 91% nel 2014; nel Centro Italia la percentuale scende dal 58% del 2015 al 55% del 2014; al sud e nelle isole si scende dal 25% ad appena il 17%.
Molto diverso nelle tre macro aree, inoltre, il motivo per cui i consumatori si rivolgono alle associazioni dei consumatori per avviare la conciliazione con le società che gestiscono il SII: a Nord sono prevalenti le anomalie erogazione del servizio (70,35%); al Centro le perdite occulte (51,32%) e le anomalie negli addebiti ed errori di fatturazione (21,58%); a Sud e Isole prevale la mancanza di conoscenza dei dati relativi alla suddivisione tipologica dei problemi.
“Una situazione inaccettabile – commenta il presidente di Federconsumatori Sicilia – che fotografa come nel nostro Paese si siano create forti ineguaglianze tra gli utenti del servizio idrico in base al territorio in cui vivono, che negano una effettiva possibilità di accesso alla tutela dei diritti ai siciliani”.
Secondo i dati provenienti dalle nostre strutture territoriali di Federconsumatori Sicilia, poi, non è stato firmato alcun Protocollo di Conciliazione paritetica nell’ambito del SII. L’associazione riscontra una cattiva gestione dei reclami che rende difficoltoso e insoddisfacente il rapporto con l’utente, una mancanza pressoché totale di collaborazione al fine di ottenere informazioni di qualunque tipo (ad esempio le analisi sulla qualità delle acque). Esistono solo dei casi nella provincia di Catania di coinvolgimento delle Associazioni dei consumatori ben lontani dai criteri e dalle modalità introdotti dalla nuova delibera dell’Autorità sulla conciliazione.
Altresì, le Carte di Servizio, nei territori dove sono state adottate da tanto tempo e spesso mai aggiornate, vanno completamente riscritte nel rispetto degli obblighi di qualità del servizio stabiliti dall’Autorità che entrano in vigore dal 1° gennaio 2017.
E’ sempre più necessaria la sottoscrizione di Protocolli di intesa per la conciliazione paritetica nell’ambito della conciliazione extragiudiziale nel servizio idrico integrato.
Federconsumatori Sicilia chiede alla IV Commissione parlamentare dell’ARS di attivare una indagine conoscitiva in merito agli obblighi predisposti dall’Autorità per l’Energia Elettrica, il Gas e il Sistema Idrico (AEEGSI) in materia di predisposizione di una nuova Carta dei servizi che recepisca i livelli minimi e gli obiettivi di qualità contrattuale del Servizio Idrico Integrato e di attuazione delle procedure di conciliazione per risolvere le controversie a tutela dei diritti dei consumatori.
Federconsumatori Sicilia ritiene necessario intervenire prontamente per modificare una stortura che si produrrebbe in Sicilia in relazione alla particolarità della attuale organizzazione del servizio idrico integrato che prevede un Soggetto gestore del così detto “Sovrambito” che vende l’acqua “all’ingrosso” agli ATO, producendo un doppio sistema di tariffazione dell’acqua e di rispetto di standard di qualità minima da garantire che si ripercuote pesantemente sui costi che pagano i cittadini in bolletta.