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40 anni fa, il 5 novembre del 1976, a Trapani il terribile alluvione che fece 16 vittime

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Quando Madre Teresa, oggi santa, indicò ai parrocchiani della cattedrale occupata dai senza-tetto: “Non basta dare da mangiare. Cercate le case per loro!”

Sabato prossimo alle ore 18,00 con la S. Messa presieduta dal vescovo Pietro Maria Fragnelli si apre l’anno pastorale presso la parrocchia “Maria Santissima Ausiliatrice” e l’oratorio dei salesiani. Subito dopo sarà benedetto un dipinto con Papa S. Giovanni Paolo II e S. Teresa di Calcutta, dell’artista Alberto Catalanotti. Al termine della celebrazione un concerto/musical multimediale “Santa Madre Teresa di Calcutta, la matita di Dio” a cura del coro “Jesus Christ” diretto da Sabina Braschi.

Il quadro ricorda la storica visita a Trapani di papa Giovanni Paolo II l’otto maggio del 1993 e, attraverso i ricordi di mons. Antonino Adragna, il sostegno che madre Teresa di Calcutta, in quei giorni a Palermo, diede alla comunità della Cattedrale dopo l’alluvione che il 5 novembre del 1976, 40 anni fa, creò milioni di danni e la morte di 16 persone in città.

“I giovani della Cattedrale spalavano il fango dalle strade e dalle case di questo nostro territorio. L’anno successivo, il 22 marzo 1977, mentre in Cattedrale si tenevano gli esercizi spirituali al popolo in preparazione della Pasqua, 41 famiglie senza casa occupavano “S. Lorenzo”. La prima cosa che dissero a me è stata: «Questa è la casa del Signore, da qui non ci possono mandare» – racconta nell’editoriale del periodico “La Voce” mons. Adragna – Queste famiglie erano state disastrate dall’alluvione e non avendo più un tetto dove ripararsi, occuparono, senza una assegnazione legittima, degli alloggi di edilizia popolare. Dopo questa azione forzata, iniziò una serie di contatti tra queste famiglie e le autorità competenti. Dopo circa tre mesi di proteste, minacce e future promesse di assegnazioni legittime, si arrivò all’ordinanza di sgombro per le 154 famiglie abusive: 113 trovarono una sistemazione a casa di parenti o risistemando le case sinistrate, ma 41 famiglie non avevano dove andare e dopo qualche giorno di manifestazioni dinanzi al Palazzo Municipale e alla Prefettura, occuparono la Cattedrale.

Durante la loro permanenza non si parlò della povertà ma si visse con loro, condividendo gioie ed angosce, tristezze e speranze, e si fece Pasqua come evento di salvezza. Qualche pregiudizio che essi avevano sulla Chiesa, lasciò il posto a nuove considerazioni, a speranze mai conosciute prima, cioè che Dio è con noi e non ci abbandona mai. In quei giorni, giungeva a Palermo, Madre Teresa di Calcutta e con un gruppo da me guidato, siamo stati accolti da questa grande santa che ci disse: «Il povero è frutto della nostra incapacità di giustizia, perchè siamo avidi di potere e di ricchezza. Continuate a nutrirli e ad accoglierli ma nel frattempo che fate questo, cercate case per loro così risolverete il problema».
Subito dopo l’incontro, ci siamo messi all’opera e abbiamo trovato case dell’EX-INCIS e case popolari abbandonate. Domenica 8 maggio 1977 le ultime famiglie lasciavano la Cattedrale. Erano passati 47 giorni! Basterebbe questo solo dato per una lunga riflessione, forse molto amara, sicuramente inquietante! Queste famiglie cosa hanno ottenuto? Con il suggerimento di Madre Teresa, è stato requisito il palazzo dell’ex INCIS, da diversi anni «dimenticato» e ridotto in pessime condizioni e altre case popolari abbandonate, di proprietà dell’IACP. Dopo che le case sono state sistemate, sono state date alle famiglie che occupavano la Cattedrale. Poi quasi tutte le famiglie sono entrate nei concorsi di alloggi popolari e si sono sistemate definitivamente .Allora capite perché in questa nostra Chiesa si espone il dipinto di Madre Teresa. Perché proprio lei con i suoi consigli e con la sua preghiera ci aiutò a trovare le case per le famiglie di questa nostra interparrocchialità, rimaste senza casa. Madre Teresa ci ha fatto capire che Cristo quando bussa alla nostra porta non si presenta mai a mani vuote: ci offre sempre «un dono». Questo dono, dopo 40 anni, oggi dobbiamo cercarlo di capire e farlo diventare per noi e per tutti «fatto di salvezza». Aprire il nuovo anno sociale, con il nostro Vescovo, sotto la protezione di S. Giovanni Paolo II e di S. Teresa di Calcutta è per noi una grande benedizione per un buon andamento ed incremento della nostra Comunità”.

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