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martedì, 16 Luglio 2024

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“Case sicure e non ‘casse da morto’ in un’Italia a rischio sismico elevato”

Marsala – Nella splendida omelia del vescovo di Ascoli, Giovanni D’Ercole, nel funerale di Stato del 27.8.2016, ha detto: “È saggio dialogare con la natura e non provocarla indebitamente”. Altra grande omelia del vescovo Domenico Pompili che ha detto: “Il terremoto non uccide. Uccidono le opere dell’uomo”. Il terremoto è un fenomeno fisiologico, non avere case sicure è un male patologico. Si deve arrivare al punto che i terremoti siano un solletico per le strutture costruite dall’uomo.

Dopo il giusto pianto ci sarà il nulla. Mai più la ripetizione di questi eventi luttuosi e distruttivi delle nostre bellezze. Una scuola elementare di Amatrice adeguata alla vulnerabilità sismica nel 2012 è collassata completamente. Adesso si colpiranno le responsabilità gravi di negligenza e imperizia.

L’Italia imparerà mai a convivere con i terremoti con le giuste opere di prevenzione per avere edifici in sicurezza? L’Italia è a rischio sismico e attraversata da una faglia da sud a nord. Con queste condizioni di rischio palesi le trivelle non fanno bene nell’equilibrio delle pressioni in profondità. Per estrarre più petrolio e gas da un pozzo si applica il fracking (hydraulic fracturing), ovvero la fratturazione idraulica della roccia in profondità, utilizzando fino a 19 milioni di litri di acqua per ogni fratturazione. Per estrarre gli idrocarburi si arriva a profondità fino a 8 chilometri sotto il piano di campagna. Il sistema fracking è in fase di studio per verificare se è un motivo di innesco sismico.

Alcuni affermano che queste iniezioni di fluido in prossimità di faglie (ossia fratture della crosta terrestre) possono indurre terremoti in quanto aumentano la pressione idraulica all’interno della frattura stessa. Fanno impressione le cartine che riportano tutte le trivelle attive in Italia e quelle che si attiveranno. Se sono pericolose per i sismi lo stabiliranno gli studi sperimentali che si debbono fare al più presto. All’Italia bastano le energie alternative (eolico e fotovoltaico) pulite e non gli sporchi idrocarburi. Sui terremoti occorre riflettere, analizzare ed agire immediatamente. In Italia siamo sempre in emergenza e mai in prevenzione.

La politica nazionale è sempre in emergenza e viaggia in “boardline” di un precipizio, facendo solo provvedimenti impensabili per togliere diritti. Inoltre la qualità viene bocciata a favore “di li scecchi” in ogni settore e non seguendo le menti del passato. Tutto è fatalità. Tutto si ripara con soldi nel dopo catastrofe idrogeologica e dei terremoti: fenomeno naturale con cui si deve saper convivere . Il motto deve essere: sicurezza in casa sicura. L’essere in sicurezza prima dell’evento calamitoso non piace a nessuno, magari con la scusa della burocrazia, annullando i controlli oggettivi e sani della Pubblica amministrazione. L’Italia non ha speranze e malata dentro.

Il male è nel dna (acido desossiribonucleico) del “furbo” italiano. Parlare di meritocrazia e di titoli di studio attinenti all’incarico ricoperto è una bestemmia. Se sai di meno in una materia, magari con un titolo di studio non consono è meglio: meno sai meglio è. Devi essere solo yesman a servizio di chi ha dato l’incarico e arrogante con i tuoi sottoposti. Gli italiani in passato hanno saputo risorgere (vedi la guerra di Liberazione, non vivile). Sapranno farlo dopo quest’ultimo trentennio da dimenticare? Vogliamo l’Italia dell’emergenza o l’Italia dello sviluppo sostenibile e ambientalista, senza per questo avere la tessera di un’associazione? Bisogna pensare d’intervenire sul patrimonio esistente per metterlo in sicurezza con interventi di miglioramento e adeguamento nel rispetto del D.M. 14.01.08.

La prevenzione sulla sicurezza dell’esistente adesso non esiste o quasi. Ho visto il video del sisma registrato da una telecamera in un megastore (ipermercato): sono cadute solo alcune lattine dell’ultimo ripiano dello scaffale. Con un magnitudo di 6,2 della scala Richter (misura l’energia nell’oscillazione ondulatoria) dobbiamo avere un quinto grado della scala Mercalli e non un 12esimo della scala Mercalli (misura l’entità dei danni).

Se i fabbricati non erano costruiti con strutture di pietre informi, con scarsi leganti e senza ammorsature credo che non crollavano. Delle catenarie, degli architrave e dei cordoli avrebbero fatto tanto e con bassissimi costi. I solai esistenti si possono anche rinforzare con costi contenuti, con controsoffitti in legno o con travi in ferro a doppia T con profilo NP o IPE nel rispetto delle norme UNI.

Trent’anni addietro Giuseppe Zamberletti (fondatore della Protezione civile e ideatore del concetto di previsione e prevenzione) disse che gli italiani vivono in “casse da morto” e non in case sicure. Il mio professore Mazzarella di Napoli di Scienza delle costruzioni nella mia facoltà di Ingegneria civile ci disse nella lezione introduttiva: “Non costruite una bellissima nave che alla prima onda si spezza”. Prima di pensare al look con materiali pregiati per una casa bisogna spendere i soldini per la sua, la vostra e la nostra sicurezza. Per le strutture strategiche lo Stato deve correre per averle super sicure. Adesso di nuovo le lacrime, ma che sia l’ultima volta.

La speranza è l’ultima a morire, mai sotto le macerie. La nostra Italia deve restare e conservarsi come Belpaese. Nella splendida omelia del vescovo di Ascoli, Giovanni D’Ercole, nel funerale di Stato del 27.8.2016, ha detto: “È saggio dialogare con la natura e non provocarla indebitamente”. Nel funerale del 30 agosto 2016 nella tensostruttura di Amatrice, altra grande omelia del vescovo Domenico Pompili che ha detto: “Il terremoto non uccide.Uccidono le opere dell’uomo”.

Il terremoto è un fenomeno fisiologico, non avere case sicure è un male patologico.Si deve arrivare al punto che i terremoti siano un solletico per le strutture costruite dall’uomo.

Ing. Gaspare Barraco

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