Marsala – Quasi quasi si tratterebbe di impeachment, detta all’americana, ma siamo al Consiglio comunale di Marsala e la situazione cambia, insieme alla sostanza. Noi di cose eclatanti abbiamo solo le farse tragicomiche, o, tutt’al più, le sceneggiate napoletane.
La scorsa seduta di Consiglio comunale ha visto nascere una diatriba tra due consiglieri, uno di maggioranza, Calogero Ferreri, ex presidente della ex Commissione Turismo, Sport e Spettacolo, e l’altro di opposizione, Giuseppa Piccione. L’oggetto del contendere la mancata programmazione degli eventi estivi, vari rimproveri che sono volati a destra e manca, delle dichiarazioni, della consigliera Piccione, rilasciate alla stampa che, però, non sono andate giù al consigliere Ferreri. In aula si rimarca il tiro, c’è uno scagliarsi addosso colpe e battute varie al vetriolo, poi il fattaccio di cui nessuno parla e non si capisce il perché.
Il consigliere Ferreri sbotta dicendo alla Piccione di non essere stata coerente con la votazione del piano rifiuti, facendo prima in aula una dichiarazione di voto, salvo successivamente uscire dall’aula e non rientrare per votare quel piano. La Piccione, dal canto suo, contrattacca e ribadisce la piena e democratica libertà di espressione di poter manifestare liberamente, non solo i pensieri, ma anche comportamenti, come quello di lasciare l’aula.
Ma c’e’ un momento che sorprende tutti e che addirittura coglie impreparato anche il vicepresidente del consiglio, che in quel momento guidava i lavori d’aula, Arturo Galfano, che non riesce a indirizzare la Piccione che irrompe con un concetto poco piacevole: “sono stata minacciata/intimata a non entrare in aula”.
Le affermazioni sono gravissime e ledono certamente dignità al ruolo istituzionale che ogni consigliere è chiamato a rappresentare. La domanda è: se così è stato, chi? Come? Quando? Perché? Dove? E’ stata minacciata a non entrare in aula? Quale altro interesse si voleva nascondere e tutelare?
Perché il Presidente del Consiglio comunale, il suo vice e tutti gli altri consiglieri fino ad oggi sono in rigoroso silenzio nonostante le affermazioni fatte siano da Procura della Repubblica?
Ovvero la consigliera si è sbagliata nell’esporre il concetto. Può capitare, e siamo certi, che sia stata semplicemente una deviazione causata da un eccesso di rabbia nei confronti di un collega che l’ha indispettita.
Ci piace pensare che nessun consigliere si prenda la briga di minacciare nessuno ma semmai, all’occorrenza, di suggerire comportamenti ai più giovani e meno avvezzi della politica.
Ci piace pensare che non si nasconda nulla di così penalmente rilevante nel non entrare in aula ma che sia stata, davvero, una libera scelta della consigliera.
Ci piace, ancora, pensare che la consigliera si sia semplicemente confusa nel marasma delle carte e delle circostanze e anche del caldo, seppure in aula ci sia un’ottima climatizzazione.
Ci piace pensare che i consiglieri tutti chiedano e chiariscano in aula la propria posizione cosa vogliano fare nel rispetto della trasparenza e della legalità e di quei cittadini che, presenti in aula, hanno ascoltato parole come fossero cemento caduto dall’alto.
Masso schiaccia masso, fino allo sfinimento.
Perché un Consiglio comunale è chiamato a fare luce su affermazioni, che sono da verificare attraverso il verbale redatto in aula, che scagliano una pietra oltre il sospetto e ogni normale decenza e dignità, non solo a passare in rassegna i debiti fuori bilancio.
La cosa più strana è che ,se ragionevolmente, i consiglieri di opposizione, colleghi della Piccione, tacciono, non è così ragionevole che lo facciano quelli di maggioranza e anche i 5stelle che della legalità e della trasparenza in atti ne hanno fatto una regola di vita morale concreta.
E il Presidente del Consiglio comunale? Non dice nulla? Lui che è garante dello svolgimento dei lavori, tace?
Speriamo, che le parole volte al chiarimento giungano presto a far sparire ogni nuvola, anche questa volta, ne siamo certi, la consigliera Piccione, è stata in buona fede. Speriamo, ce lo auguriamo tutti, che si torni presto a gustare un bel cono gelato. Gusto limonata, fa caldo.
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