di Roberto Saviano – Silvio Mirarchi, maresciallo dei Carabinieri di Marsala, รจ morto qualche giorno fa in seguito a una sparatoria. A colpirlo probabilmente sarebbero state persone a guardia di una piantagione di marijuana. Qualche tempo prima era toccato a due romeni che si erano trovati sotto una raffica di fuoco nelle campagne tra Mazara del Vallo e Marsala. Uno รจ riuscito a fuggire, seppur ferito, dellโaltro si sono perse invece le tracce. Poi, perรฒ, a un chilometro di distanza, si sarebbe trovato un cadavere carbonizzato su cui i Carabinieri stanno svolgendo indagini. Mirarchi era impegnato in unโoperazione antidroga e puรฒ darsi sia stato scambiato per un ladro di piante di marijuana, questa lโipotesi piรน verosimile.
Qualche quotidiano locale, per attirare lโattenzione nazionale, ha titolato: โLa Gomorra di Marsalaโ. Strano come, invece, a me venga in mente โBreaking badโ. Tutto mi ricorda il Messico e quei luoghi di confine tra Stati Uniti e Messico in cui per difendere una piantagione di marijuana si spara, si ammazzano uomini come fossero animali, si carbonizzano cadaveri perchรฉ siano irriconoscibili e non identificabili. E dove, soprattutto, รจ guerra di tutti contro tutti. La mafia รจ in difficoltร per arresti e processi e ce lo dice chiaro un dato: il ritorno alle coltivazioni. Coltivazioni che sono difficili da gestire e da occultare, ma che rendono moltissimo e soprattutto, nel bel mezzo di niente, dove chi fa il proprio lavoro come minimo rischia la vita, sono protette da armi e paura. A fronte di una produzione che si stima tra le 1.500 e le 3.000 tonnellate annue, i sequestri sono poca cosa e si mantengono sulle percentuali irrisorie del 5 o 10 per cento.
Quando leggo notizie come questa, non posso fare a meno di collegarle ad altre. Non posso fare a meno di pensare a come si sta provando a risanare la striscia di terra contaminata che circonda lโIlva di Taranto, appunto con la canapa. Canapa che in Italia รจ tradizione e innovazione al tempo stesso. โPanis vita, canabis protectio, vinum laetitiaโ: questa scritta si trova a Bologna, sotto le volte del portico di Via Indipendenza e indica non una protezione generica, ma la riconoscenza di Bologna verso un prodotto il cui commercio, tra gli altri, aveva reso la cittร ricca. Canapa รจ protezione perchรฉ con le sue fibre si potevano fabbricare tessuti che riparavano dal freddo e dal caldo.
Oggi, come scrive โViceโ in un ottimo reportage di Luigi Mastrodonato ยซIntorno allโIlva di Taranto stanno coltivando la cannabis per bonificare i terreniยป reperibile online, nasce un movimento che รจ innanzitutto culturale (e a me sono venute in mente le parole di Paolo Borsellino, che parlava di lotta alla mafia come โmovimento culturaleโ) che ha ยซPrincipalmente lโobiettivo di ripulire i terreni, ma anche creare una filiera ad hoc che si occupi della trasformazione della canapa offrendo peraltro nuovi posto di lavoroยป.
Il passo รจ breve, come si puรฒ non collegare la morte del maresciallo di Marsala, il corpo carbonizzato, la bonifica che si sta tentando di fare dei terreni che circondano lโIlva utilizzando piantagioni di canapa con i dati diffusi qualche tempo fa (e di cui ho giร dato conto) da Coldiretti? Coldiretti individuava proprio nella coltivazione della cannabis a uso terapeutico una fonte di guadagno immediato per la nostra asfittica economia per un giro dโaffari di almeno un miliardo e 400 milioni di euro e una filiera produttiva che, messa in moto, renderebbe almeno 10mila posti di lavoro. Utilizzando le serre che al momento giacciono abbandonate. Questi dati erano accompagnati da un sondaggio secondo cui 2 italiani su 3 sarebbero favorevoli alla coltivazione di marijuana per uso terapeutico.
Io spingo lโasticella oltre sottolineando il fallimento delle politiche proibizioniste e spiegando ancora una volta come le mafie tendano ad appropriarsi e a difendere con tutte le armi che hanno a disposizione, quelle porzioni di mercato di cui lโopinione pubblica e la politica per vari motivi non vogliono occuparsi. Per le coltivazioni di marijuana si spara, si combatte e si muore: riusciamo a capire che danno stiamo facendo alla societร in termini economici e di dolore non affrontando il problema nella maniera piรน giusta? Legalizzare, sperimentare e capire sono le uniche soluzioni. [Tratto da: L’Antitaliano – L’Espresso]