Marsala – Dai primi approfondimenti investigativi a seguito degli avvenimenti del 31 maggio, che hanno portato alla morte del Maresciallo dei Carabinieri, è emerso che i militari dell’Arma, impegnati in un servizio di osservazione, notando la presenza di più persone che al buio si comportavano in maniera sospetta, decidevano di avvicinarsi agli stessi al fine di verificare cosa stessero facendo. Giunti a circa 60 metri dai soggetti, accendevano le torce in dotazione e si qualificavano come Carabinieri, provocando una repentina reazione a fuoco che determinava prima il ferimento e poi la morte del Maresciallo Mirarchi.
Ulteriori dati investigativi raccolti consentono di delineare il coinvolgimento nella vicenda di un gruppo organizzato di criminali, i quali erano intenti ad asportare la canapa afgana coltivata all’interno di alcune serre di contrada Ventrischi di Marsala e che, vistisi scoperti, non hanno esitato a reagire con le armi.
Le attività sinora svolte non consentono di ipotizzare un collegamento tra quanto verificatosi in contrada Ventrischi ed il ritrovamento effettuato circa 10 giorni fa sempre dalla Compagnia Carabinieri di Marsala in contrada Ferla di Mazara del Vallo di un’altra piantagione di canapa indiana; tra le due contrade peraltro vi è una distanza di circa 10 km. Su quest’ultimo episodio ci sono ancora indagini in corso.
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