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Confiscati beni per 3 milioni di euro a “U Prufissure” Filippo Coppola

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Nella giornata di giovedì 14 aprile, il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Trapani, unitamente al Ros – Servizio Centrale – ha dato esecuzione al provvedimento di confisca beni emesso dal Tribunale di Trapani, sezione misure di prevenzione, su richiesta della DDA di Palermo nei confronti del boss Filippo Coppola, alias “U Prufissure”, vicino ai noti mafiosi Vincenzo Virga e Matteo Messina Denaro, comprendente:

7 terreni agricoli;
6 immobili adibiti a civile abitazione e magazzini;
1 impresa individuale agricola con sede in trapani;
13 rapporti bancari;
4 polizze assicurative.

Il valore dei beni, già sottoposti a sequestro dai carabinieri il 13 novembre 2013, ammonta in totale a 3 milioni di euro.

Il predetto è inoltre fratello di Girolamo Antonino Coppola, funzionario presso la regione siciliana, indagato nel 2009 nell’indagine “golem”, per associazione mafiosa.

Come giudizialmente accertato, l’assunzione della qualifica di “Uomo D’onore” di Coppola Filippo risale agli anni ’70, quando tenne a battesimo Vito Sugamiele cl.’74, nipote del vecchio Boss Vito Sugamiele. Posizione poi definitivamente emersa nel quadro dell’impegno investigativo “cadige” e in cui il preposto nel 1996 veniva tratto in arresto per aver, in concorso, aiutato esponenti latitanti di “Cosa Nostra” ad eludere le ricerche dell’autorità.

Sempre nel 1996, nell’ambito dell’operazione “R.I.N.O. fase II”, il Coppola fu nuovamente arrestato e con sentenza, divenuta irrevocabile nel 2002, riconosciuto colpevole del delitto di Associazione Mafiosa pluriaggravata e condannato alla pena di anni 7 di reclusione.

Le indagini dell’epoca avevano accertato sul conto del Coppola:

– la partecipazione ad una serie di attività dirette a dare attuazione agli interessi dell’organizzazione, peraltro protrattasi in un ampio periodo;

– la presenza ad almeno una riunione di mafia1;

– il compimento di attività di supporto all’organizzazione di una riunione tra esponenti mafiosi del calibro di Vincenzo Sinacori, peraltro all’epoca latitante, e di Antonino Melodia.

Il predetto ha avuto un ruolo sempre determinante nelle dinamiche mafiose della provincia, continuando anche dal carcere ad esercitare il suo potere all’interno della Famiglia Mafiosa di Paceco.

Nelle indagini confluite nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Palermo a carico di Pace Francesco + 6, per associazione di tipo mafioso, emerge come, nonostante la lunga detenzione, il Coppola avesse continuato a mantenere i collegamenti con i vertici dell’organizzazione criminale, dispensando consigli e direttive per eludere le investigazioni e gestire delicate vicende di Mafia.

Filippo Coppola, anche dopo la detenzione e la misura di sicurezza cui è stato sottoposto, ha continuato a mantenere saldi rapporti con la consorteria mafiosa d’appartenenza, riscuotendo rispetto e consensi dai sodali, come evidenziano da ultimo le costanti frequentazioni con pregiudicati e mafiosi di spessore.

Lo stesso Coppola, dopo essere stato sospeso e successivamente destituito dall’insegnamento, in conseguenza della condanna penale per associazione mafiosa, nel 2004, ovvero a pochi mesi dalla scarcerazione, aveva avviato diverse attività commerciali, intestandole a propri familiari, al fine di sottrarle ai possibili provvedimenti ablativi. L’analisi dei flussi patrimoniali e finanziari ha infatti evidenziato una macroscopica sperequazione nella fase di acquisto dei beni oggetto dell’odierno provvedimento, facendo altresì emergere un’inspiegabile facilità ad accedere al credito bancario con l’erogazione di mutui per oltre 500 mila euro nell’arco di pochi anni.

Gli accertamenti delegati dalla DDA di Palermo hanno consentito infine di verificare l’attuale disponibilità di una villa costruita abusivamente negli anni ’90 e della quale, a seguito di sentenza giudiziaria, era stata disposta la demolizione nel 2008.

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