WhatsApp, la nota applicazione per la messaggistica istantanea, sta notificando tutti i suoi utenti dell’implementazione della crittografia end-to-end in tutte le chat, anche vocali. La funzione, in realtà già attiva da diverso tempo per i testi, consente di scambiare messaggi in sicurezza senza che questi possano essere intercettati o decrittati al di fuori dei dispositivi coinvolti dallo scambio.
“I messaggi che invii in questa chat e le chiamate sono ora protetti con la crittografia end-to-end” si legge nella notifica apparsa nel corso degli ultimi minuti nelle chat degli utenti, che può essere selezionata per ottenere maggiori informazioni sulle misure di sicurezza.
Da ormai diversi mesi l’applicazione di messaggistica ha introdotto la protezione end-to-end delle chat, “il che significa che WhatsApp e terze parti non possono leggerli o ascoltarli” si legge nella descrizione della notifica. Il tutto si basa sulla tecnologia Open Whisper System, un sistema di protezione che implica il fatto che i messaggi inviati su WhatsApp possano essere decifrati – e di conseguenza letti – solamente sui due device che partecipano alla conversazione. Durante il “tragitto” viaggiano sotto forma di codice criptato e solo le chiavi presenti nei due terminali possono decriptarli.
Per questo nemmeno volendo WhatsApp potrebbe accedere ai dati contenuti all’interno dei messaggi, così come non potrebbe farlo anche in presenza di un mandato delle autorità. Allo stesso modo, anche nel caso in cui il messaggio venisse intercettato da un hacker questo sarebbe totalmente illeggibile senza la chiave corretta, impossibile da ottenere.
Questa sicurezza è attiva su WhatsApp da più di un anno, ma solo in questi giorni è stata estesa anche alle chiamate vocali. Una decisione anticipata da diverse indiscrezioni che indicavano la volontà di rendere ancora più sicura l’applicazione proprio nel momento in cui Apple stava fronteggiando l’FBI in tribunale.
L’estrema sicurezza del software ha attirato a sé anche diverse critiche. David Cameron, Primo Ministro inglese, aveva per esempio minacciato di vietare WhatsApp, Snapchat, Telegram e tutti i servizi di messaggistica istantanea dotati di crittografia end-to-end se non avessero permesso alle forze dell’ordine di accedere ai dati.
Una crociata quasi impossibile vista la natura stessa del sistema, ma che Cameron e altri esponenti dei governi son decisi a portare avanti. Lo ha dimostrato anche la battaglia tra Apple e FBI, che proprio a causa delle implicazioni sul diritto alla privacy era diventata estremamente importante.