L’Assemblea siciliana sceglie una strada ‘impervia’ per completare la riforma delle ex Province, approvando un disegno di legge che adegua la Sicilia alla legge Delrio soltanto in tre dei quattro rilievi che erano stati mossi dal Consiglio dei ministri qualche mese fa nell’impugnativa di parte della legge che nell’isola ha sciolto gli enti sostituendoli con i Liberi consorzi e le tre città metropolitane di Palermo, Catania e Messina.
Con 33 voti contrari e 29 favorevoli, l’Ars ha bocciato, con voto segreto, un emendamento del Pd, al testo esitato dalla commissione Affari istituzionali, che assegnava di diritto ai sindaci di Palermo, Catania e Messina il ruolo di sindaco delle città metropolitane.
In Sicilia, dunque, il sindaco metropolitano sarà il candidato che otterrà il maggior numero dei voti in un’elezione di secondo livello. Al momento della votazione finale i deputati di FI e Pid-Gs hanno abbandonato l’aula, il M5s ha votato contro.
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