Rapina finita con due arresti alla rivendita di tabacchi “Antica Tabaccheria Maqueda”, al civico 43 di via Maqueda, a due passi dalla Stazione centrale a Palermo. È successo alle 19,45 circa di ieri. La polizia ha arrestato due giovani che, dopo essersi dati alla fuga, avevano tentato di fare perdere le proprie tracce nascondendosi tra i vicoletti. Gli agenti sono riusciti a prenderli. In pochi minuti si è formato un capanello di curiosi, tra residenti, commercianti della zona e qualche passante.
Un’anziana donna è stata colta da malore. Gli arrestati sono Giovanni Natalizii, 28 anni, nato a Vigevano, residente a Mazara del Vallo, e Carmine Zambon, 32 anni, nato a Napoli e domiciliato a Palermo. Gli agenti della squadra mobile li hanno bloccati mentre stavano cercando di scappare a bordo di due scooter, uno Honda Sh e un Aprilia Scarabeo, con le targhe coperte da adesivo nero. I poliziotti per fermare i due hanno esploso un colpo in aria. I due rapinatori hanno buttato per terra un fucile a canne mozze calibro 12 che avevano utilizzato per mettere a segno il colpo e spaventare il titolare della rivendita. E’ stata recuperata anche la refurtiva: 389 euro e 25 stecche di sigarette. I due sono in carcere ai Pagliarelli.
Zambon, pregiudicato, è ritenuto responsabile di altre due violente rapine compiute da un commando ai danni di una farmacia e una tabaccheria della zona Calatafimi. La prima rapina risale al 23 luglio 2014, quando tre uomini completamente travisati hanno fatto irruzione in una farmacia di via Paruta e, pistola in pugno, hanno portato via un bottino di oltre 3200 euro. La seconda rapina il 22 gennaio scorso, ai danni di una tabaccheria di via Cesare Terranova: Zambon, anche in questo caso accompagnato da altri due compici, ha portato via circa 2500 euro.
Alla sua identificazione, gli investigatori sono giunti grazie alle telecamere di videosorveglianza esterne alla farmacia, che hanno ripreso Zambon prima della rapina senza passamontagna, e grazie anche al suo accento napoletano e al vistoso tatuaggio sul braccio. L’uomo, con precedenti per detenzione di armi clandestine, è stato fermato nei pressi di una sala giochi di corso Calatafimi e durante la perquisizione della sua abitazione sono stati ritrovati i vestiti indossati in occasione di entrambe le rapine. Zambon ha quindi confessato.
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