Da martedì prossimo si potrà dire addio alla tradizionale ricetta rossa del medico di famiglia che verrà sostituita da quella elettronica. Dopo alcuni blocchi di natura informatica, dunque, il sistema annunciato nei mesi scorsi (ex d.p.c.m. del 14.11.2015, in G.U. n. 303 del 31.12.2015) è ormai ai nastri di partenza (leggi: “Addio ricetta cartacea: entra in vigore quella elettronica ma non senza interrogativi”).
Vediamo dunque quali sono i vantaggi e gli svantaggi apportati dalla dematerializzazione e come funzionerà l’imminente cambiamento.
Come funziona – Il medico di famiglia per effettuare una prescrizione dovrà connettersi dal proprio computer a un portale e compilare la ricetta elettronica, identica a quella cartacea e identificata da un numero (Nre) che sarà associato al codice fiscale del paziente, richiamando in automatico anche altre informazioni, come le eventuali esenzioni. Una volta compilato il modulo, il sistema stampa un promemoria che sarà consegnato al paziente, il quale potrà così recarsi in farmacia per acquistare il medicinale. Il farmacista, grazie ai dati presenti nel promemoria (attraverso i codici a barre) recupera la prescrizione accedendo online al medesimo portale del medico e consegnando il farmaco prescritto.
I vantaggi – Com’è evidente, la prescrizione elettronica annovera tra i suoi vantaggi il risparmio su stampa e distribuzione dei vecchi ricettari e la possibilità di un controllo efficace su falsificazioni e abusi. In più, la ricetta virtuale sarà valida in tutte le farmacie del territorio nazionale, sia pubbliche che convenzionate. Un vantaggio di tutto rispetto, in quanto prevede la possibilità di ritirare i farmaci necessari anche fuori dalla regione di residenza, eliminando alla radice il problema per chi si trovava lontano da casa, spesso, costretto a pagare i medicinali per intero. Solo alcune regioni, infatti, avevano previsto in questi casi un sistema di rimborsi, per i quali però erano necessari lunghi tempi di attesa.
Gli svantaggi – Oltre ai vantaggi, però, la dematerializzazione della ricetta cela un rovescio della medaglia. Tante le perplessità espresse dallo stesso segretario nazionale della Fimmg, Giacomo Milillo, secondo il quale “qualcuno ha confuso gli studi medici con quelli dei Caf, vista la mole di dati anagrafici, codici di esenzione dai ticket, adesso anche quelli di erogabilità e appropriatezza e quant’altro dovremo verificare“. In più spiega il segretario, “il medico non potrà più contare sul supporto dell’assistente di studio nella velocizzazione delle procedure di ricettazione, e ci saranno complicazioni anche nelle procedure di coinvolgimento del sostituto medico che per il momento salvo eccezioni (Campania) dovrà continuare ad utilizzare la ricetta rossa”. Conseguentemente, il rischio, chiosa Milillo, è che gli oneri ricadano sul titolare, “con un aggravio di lavoro che significa tempo tolto alle visite e attese più lunghe per gli assistiti”, per cui si rende necessaria “una semplificazione delle procedure, ancora possibile”.
Il periodo transitorio – Nei prossimi mesi la ricetta elettronica e il relativo procedimento saranno utilizzati anche per le prescrizioni di esami e visite specialistiche, considerato che la nuova ricetta sarà accettata anche da ospedali, ambulatori e cliniche. La vecchia “rossa” tuttavia non andrà completamente in pensione da martedì. Nella prima fase di avvio e fino alla fine del 2017, infatti, alcuni farmaci (come stupefacenti, ossigeno e prescrizioni per erogazione diretta in continuità assistenziale, ecc.) saranno esclusi dal nuovo metodo. Inoltre, per il momento rimane anche la tradizionale “fustella” da attaccare nei riquadri rossi, perché anche se i codici delle confezioni sono inseriti direttamente sul pc, non è ancora stato predisposto un meccanismo che annulli il valore della fustella, in grado di distinguere tra i farmaci erogati a carico del SSN e quelli pagati direttamente dal cittadino. (fonte: StudioCataldi.it)