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“Caro sindaco, Le chiedo di riflettere su questo libero sfogo di un ragazzo di 23 anni”

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Egregio Sindaco, Le scrivo a distanza di pochi mesi da quella lettera che scrissi pochi giorni prima della fine dell’ultima campagna elettorale per invitarLa a partecipare a un gesto di distensione che, purtroppo, rimase una mia utopia. Oggi Le scrivo, invece, per esprimere il mio rammarico per il Suo rifiuto all’invito rivoltoLe dall’On. Massimo Grillo e dall’opposizione per un “Patto per il Lavoro”.

La cosa mi rattrista, e non poco. Anzitutto perché vestire ancora una volta i panni del candidato a sindaco piuttosto che quelli del Sindaco, nonostante siano trascorsi 8 mesi dalla fine della competizione elettorale, La fa venire meno a quella che fu la Sua prima promessa: “Sarò il sindaco di tutti”, disse. Rifiutare l’incontro con l’on. Grillo significa, infatti, chiudere le porte a più di 10 mila Marsalesi: Le sembra questo un atteggiamento idoneo alla Sua figura istituzionale?

Dopodiché Lei indica come unico luogo consono al confronto politico il consiglio comunale. Corretto. Ma desidererei farLe notare che il segretario nazionale del Suo partito, Matteo Renzi, da sindaco di Firenze non si fece alcuno scrupolo nell’andare a confrontarsi ad Arcore con l’allora Presidente del Consiglio Berlusconi. A dimostrazione del fatto che una politica del Fare come quella renziana e del “nuovo” Pd mal si concilia con i riti della vecchia politica (basti vedere cosa accade in parlamento con il continuo ricorso all’istituto della fiducia per accelerare il processo legislativo). Per tale motivo, addurre la motivazione della inopportunità del luogo e delle modalità dell’incontro appare pretestuosa e finalizzata ad evitare il confronto.

Viviamo in una terra che economicamente soffre più di altre e nonostante ciò riusciamo a dividerci su un tema come la mancanza del lavoro? La cosa appare ridicola e irrazionale. Nessuno ha messo in dubbio la bontà della Sua azione amministrativa, nessuno vuole mettere bandierine politiche sui risultati che la Sua amministrazione riuscirà a realizzare.

Ma perché evitare il dialogo? Nel resto d’Italia si parla di smartworking e di lavoro agile come nuova frontiera del mercato del lavoro e a Marsala ci occupiamo invece dell’interessantissimo distinguo tra vincitori e vinti. Immagino che ai disoccupati marsalesi interessi molto se a creare opportunità di lavoro sia una sua idea o quella di un altro esponente politico.

Sindaco Lei potrà riuscire a realizzare tutti i Suoi programmi elettorali, ma sappia che la fame e la sete di lavoro sono a livelli così altri che non è nella posizione di rifiutare un confronto sul tema della disoccupazione con un semplice No. A Milano nei gironi scorsi si è tenuta la giornata del lavoro agile, perché non pensiamo anche noi a Marsala di creare un evento di caratura nazionale o internazionale sul lavoro coinvolgendo giovani, imprese e professionisti?

Questa è una della tante idee che un normale cittadino può avanzare e mi sento in diritto di farlo anche non essendo consigliere comunale e quindi non potendola affermare in Consiglio Comunale, unica modalità che Lei accetta. Chiunque deve sentirsi libero di bussare alla Sua porta e meritare il Suo ascolto: da Massimo Grillo a un operaio, da un imprenditore a un agricoltore.

Ai tanti ragazzi come me che sognano di ritornare a Marsala dopo gli studi cosa raccontiamo? Che il Sindaco non accetta altre idee sul lavoro perché prima deve provare ad attuare le proprie? Per noi giovani queste beghe politiche meritano un solo appellativo: Cavolate! (per usare un eufemismo).

Se queste sono le premesse dei prossimi 4 anni, se questa è l’apertura mentale di questa amministrazione, consiglio ai miei coetanei di pensarci bene prima di tornare a Marsala per cercare un lavoro, per evitare di gettare al vento anni di sacrifici che, insieme ai loro genitori, hanno sostenuto e stanno sostenendo.

Le chiedo di riflettere su questo libero sfogo di un ragazzo di 23 anni, le chiedo di essere veramente il sindaco di tutti, Le chiedo di essere meno politico e più statista, perché come disse Alcide De Gasperi: “Un Politico pensa alle prossime elezioni, uno statista alle prossime generazioni”.

Cordialmente,
Vincenzo Alagna

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