Un sacerdote, sul proprio profilo Facebook, ha scritto ‘sono malati’, riferendosi agli omosessuali. Il suo vescovo “chiede scusa” e incontra i rappresentanti locali dell’Arcigay. E’ accaduto a Ragusa dove don Salvatore Vaccaro, parroco a Chiaramonte Gulfi, sulla sua pagina del social network, intervenendo sul dibattito sui diritti civili per le coppie gay, aveva postato: “Non ci sono parole. E’ poco una macina al collo. Sono solo MALATI”.
La frase è stata poi rimossa, e il prete non è più intervenuto sull’argomento. Ai pochi con i quali ha parlato si è limitato a dire: “il post non c’è più, è stata soltanto una sciocchezza”, perché la frase sarebbe stata travisata e non riferita agli omosessuali. Il vescovo, monsignor Carmelo Cuttitta, ha preso comunque le distanze definendo le affermazioni del sacerdote della sua diocesi “quanto mai inopportune”.
E sul silenzio del parroco ha osservato: “Sono io, come vescovo di questa Chiesa, a chiedere scusa a quanti si sono sentiti offesi e feriti per tali parole”. “Ogni ‘persona umana’ – ha spiegato il vescovo – va accolta per quello che è. Ne deve essere tutelata la dignità e il rispetto profondo, al di là di differenza di carattere, di colore della pelle e della propria identità sessuale”. Monsignor Cuttitta è voluto andare oltre alle parole, ed ha incontrato, su loro richiesta, il presidente di Arcigay Ragusa, Emanuele Micilotta e la vice presidente Jenny Cultrona.
Il vescovo ha ricordato loro che “la Chiesa di Ragusa si è sempre distinta per l’accoglienza, la solidarietà, la carità concreta e l’apertura verso tutti, senza distinzione – ha rimarcato – di ceto, di appartenenza religiosa, di culture diverse, di differenze sessuali”.
L’Arcigay ha ribadito “l’amarezza per un’affermazione, di chiaro significato omofobo, così pesante, che ha destato profonda sofferenza e indignazione non solo tra la comunità Lgbti Ragusana, ma in tutta la popolazione di Chiaramonte e della provincia”. E ha preso atto, invece, delle “espressioni di rispetto e di apertura” da parte di monsignor Cuttita, “la cui risposta è stata di netta sconfessione delle parole del parroco”.
“Parole che – ha commentato Emanuele Miliciotta – crediamo, debbano essere ribadite soprattutto a quanti, nel clero o nelle associazioni laicali, mantengono ancora una posizione di pregiudizio e di ingiustificabile discriminazione nei confronti delle persone Lgbti”. Una posizione, quella di mons. Cuttitta, che l’Arcigay di Ragusa auspica “possa diventare patrimonio di tutta la Chiesa e della comunità Iblea”.