È scattata la corsa al vaccino tra le aziende farmaceutiche mondiali per sconfiggere il virus Zika, dopo la dichiarazione ufficiale da parte dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) di stato di «emergenza di salute pubblica internazionale». Intanto si registra in Texas il caso di un paziente contagiato dal virus dopo aver avuto un rapporto sessuale con una persona infetta che tornava dal Venezuela, uno dei Paesi più colpiti dall’epidemia. Secondo le autorità sanitarie della contea di Dallas potrebbe essere la prima volta che si riesce ad appurare con certezza che Zika può essere trasmesso sessualmente, e non solo attraverso la puntura di una zanzara.
Nel frattempo l’Unicef ha lanciato un appello per raccogliere 9 milioni di dollari per programmi destinati a limitare la diffusione del virus Zika e mitigare il suo impatto sui neonati e le loro famiglie in tutta la regione dell’America Latina e Caraibi. L’obiettivo è quello anche di spingere la ricerca per accertare il legame fra il virus e la malformazione al cervello che colpisce i feti. «Anche se non c’è ancora alcuna prova conclusiva su un nesso di causalità tra la microcefalia e il virus Zika, vi è abbastanza preoccupazione per giustificare un’azione immediata», ha affermato Heather Papowitz, senior advisor dell’Unicef per le emergenze di salute. Intanto dall’America, dopo la conferma di sette casi di Zika nell’area di Houston, si amplia la lista dei Paesi in cui gli esperti di salute pubblica Usa invitano le donne incinte a non recarsi, a causa della diffusione del virus Zika. Il ‘warning’ dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) da oggi include anche il Costarica, il Nicaragua, le isole Samoa, e Curacao.
I Paesi in cui il virus è diffuso e rappresentano quindi un pericolo in particolare per le donne in attesa sono così diventati 28 e spaziano dal Messico al Paraguay, da Capo Verde al Brasile. Secondo i Cdc, la maggioranza dei cittadini Usa non verrà mai in contatto con il virus, ma a dover fare particolare attenzione sono i residenti dei territori americani di Portorico e delle isole Vergini. Ma dal Brasile, epicentro del virus, fanno sapere che le Olimpiadi di Rio de Janeiro, al via ad agosto, non saranno cancellate. «Nessuno deve aver paura di venire ai Giochi, eccetto magari le donne incinte, per le quali il timore è comprensibile» ha detto Jaques Wagner, il ministro brasiliano della Casa Civile, staff del presidente. «La mobilitazione nazionale in corso nel nostro Paese non è per via delle Olimpiadi, – prosegue il ministro – ma per conto di un grave problema di salute pubblica».
Ed è proprio dal Brasile che nel corso del 2016 dovrebbero iniziare i primi test sul campo del vaccino per la Dengue, l’unico finora per cui è stata autorizzata la somministrazione su larga scala. Sul fronte americano, dove anche il governo Usa ha annunciato l’avvio delle ricerche di un vaccino per Zika, sempre basato su quelli allo studio per i virus ‘parentì come dengue, Chikungunya e West Nile, prima del nuovo caso di trasmissione per via sessuale, erano stati confermati sette casi di Zika: tre a Houston città, quattro nella contea di Harris, dopo quelli registrati a New York, tutti casi ‘importatì, di persone cioè tornate dalle aree infette.