Tasso di disoccupazione in calo all’11,3%, ai minimi da tre anni e occupazione in crescita su base annua di 206.000 unità: i dati diffusi oggi dall’Istat sull’occupazione a novembre sono positivi per il Governo che sottolinea come siano il segnale della ripartenza del Paese. “La disoccupazione continua a scendere – twitta il presidente del Consiglio, Matteo Renzi – è la dimostrazione che il Jobs act funziona. L’Italia che riparte, riparte dal lavoro#lavolta buona”.
E il dato risente soprattutto, a giudicare dalla crescita del lavoro dipendente ”permanente”, degli sgravi contributivi decisi con la legge di Stabilità per il 2015 sui contratti a tempo indeterminato. Nell’Ue a novembre il tasso di disoccupazione è sceso al 10,5% ma il calo italiano (-1,8 punti sull’anno passando dal 13,1% all’11,3%) è superiore alla media e secondo solo a quello spagnolo. L’occupazione cresce sia su base mensile (+36.000 occupati su ottobre) sia su base annua (+206.000 occupati) mentre diminuisce in modo consistente il numero dei disoccupati (-48.000 su ottobre, -479.000 unità sull’anno).
In pratica a novembre 2015 i disoccupati stimati erano 2.871.000 a fronte dei 3.350.000 di un anno prima mentre gli occupati erano 22.480.000 contro i 22.274.000 del novembre 2014. Il tasso di occupazione risale al 56,4% con un aumento di 0,1 punti percentuali su ottobre e di 0,7 punti su novembre 2014. Diminuisce il tasso di disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni (-1,2 punti su ottobre, -4,9 punti su base annuale) ma prosegue il trend di invecchiamento della popolazione occupata.
Negli ultimi dieci anni, infatti, i lavoratori con meno di 35 anni nelle aziende e negli uffici italiani sono diminuiti di 2,3 milioni di unità mentre gli over 50 al lavoro sono cresciuti di 2,4 milioni di unità. I dati sull’occupazione – ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti – ”sono segnali di speranza e di fiducia per il 2016” e ”confermano che le riforme danno buoni frutti. La fiducia di cittadini ed imprese inizia a trasformarsi in risultati concreti”.
Ma se nel Governo si brinda ai risultati sul lavoro, dall’opposizione si sottolinea come si tratti di poca cosa a fronte dell’incentivo dato sui contratti a tempo indeterminato (taglio dei contributi previdenziali per tre anni con un tetto a 8.060 euro annui). “Renzi e i membri della maggioranza – sottolinea Renato Brunetta, capogruppo Forza Italia alla Camera – si consolano con l’aglietto, direbbero a Roma. A fronte di fortissimi incentivi di decontribuzione abbiamo numeri limitati di miglioramento del mercato del lavoro”.
E sono prudenti anche i commenti dei sindacati con la Cisl che ricorda come la disoccupazione, pur diminuita, sia ancora a livelli molto alti e la Uil che parla di marcia da ”tartaruga”. Ogni posto fisso in più secondo una elaborazione della Uil sulla media dei primi 11 mesi del 2015 che stima gli occupati permanenti in più in 70.000- sottolinea Guglielmo Loy – a fronte di uno stanziamento di due miliardi per il 2015 costa ai contribuenti 25.000 euro.
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