“Se non ti sposi mia figlia, ti ammazzo!”. E’ quanto avrebbe intimato, pistola in pugno, il 67enne partannese un giovane che, a quanto pare, aveva avuto rapporti sessuali con la ragazza.
All’epoca dei fatti (marzo 2008), 20 anni lui e 14 lei. La minaccia, secondo l’accusa, fu accompagnata da colpi di pistola esplosi in aria per intimidire il giovane (si scoprirà solo dopo che l’arma era una “scacciacani”) e pugni in faccia.
Una “proposta che non si poteva rifiutare” formalizzata senza tanti complimenti e dopo aver costretto il giovane (il castelvetranese Salvatore Turano) a scendere dalla sua auto ed entrare nell’abitazione del padre della “futura sposa”. Per questo è scattata l’accusa di sequestro di persona. Oltre che di lesioni personali e detenzione illegale di arma “scacciacani”.
Finito sotto processo, l’uomo, adesso, è stato condannato a cinque mesi di reclusione per sequestro di persona e lesioni. E’ stato, invece, assolto dall’accusa di detenzione illegale di arma giocattolo.
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